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Il ponte sull’Ombrone realizzato su progetto di Alessandro Manetti nel 1833 fu il primo in Italia a sfruttare il metodo dell funi sospese. Distrutto nella seconda guerra mondiale, ne restano i soli piloni in pietra. Il nuovo ponte (di 58mt di luce) è composto da una trave a cassone a sezione variabile con costole di irrigidimento ogni metro; i pregi di questa struttura risiedono nella notevole capacità portante (a fronte di sezioni ridotte), nella elevata rigidezza e resistenza torsionale e nella eleganza formale che ne agevola l’inserimento paesaggistico. Il ponte spicca per la semplicità e la fluidità delle linee che gli conferiscono una notevole trasparenza. Ciò si deve soprattutto alla decisione di reinterpretare lo schema statico del ponte sospeso del Manetti eliminando i tenditori ed utilizzando esclusivamente due tiranti che anziché tenere sospeso l’impalcato lo “abbracciano”. Questo evita eccessive interferenze visive. La curva descritta dal profilo alare del ponte (rivestito in fiberglass) oltre a garantire un franco di sicurezza all’intradosso dell’impalcato di quota +41.00, collegando contemporaneamente i due argini a quota +40.20, invita i pedoni a percepire l’attraversamento del fiume Ombrone come una “scoperta visiva”.